
Perché chiedere al cliente di installare un software R.A.T. (più comunemente noti come software di teleassistenza) di terze parti quando è possibile accedere da remoto a una postazione Windows 10/11 attraverso un software verosimilmente già presente nel sistema operativo? E’ il caso di Microsoft Quick Assist (o “Assistenza rapida” nella versione italiana di Microsoft Windows), interessante alternativa al più classico servizio RDP o ai vari TeamViewer, AMMI Admin, Anydesk ecc..ecc..
Uno dei vantaggi dell’utilizzo di questo software è che non abbiamo necessità di conoscere (ma soprattutto di chiederglielo!) l’indirizzo IP del pc/server utilizzato dal cliente a cui stiamo per fornire assistenza tecnica (scenario estremamente comodo quando abbiamo a che fare con utenti a digiuno di networking, o ancor peggio con veri e propri utOnti che alla parola TCP/IP vanno in tilt e si rifiutano categoricamente di collaborare sostenendo a prescindere “non lo so fare”). D’altronde, tuttavia, leggendo anche la documentazione ufficiale del servizio, si scopre che di fatto il traffico di rete per l’assistenza sistemistica transita attraverso i sistemi in Cloud di Microsoft… con tutte le implicazioni di (dubbia) Privacy del caso.
“Assistenza rapida” è un tool per la teleassistenza molto semplice da usare, ma a differenza di altri R.A.T. richiede appunto che la postazione del cliente a cui vogliamo accedere da remoto sia presidiata (quanto meno per farci comunicare il codice d’accesso iniziale). Ovviamente, in contesti bancari e/o militari (ma aggiungerei anche in tutti quei contesti in cui in ballo c’è la tutela di brevetti e/o segreti industriali) ne scoraggio l’utilizzo per ovvi motivi legati a potenziali minacce alla Privacy dei sistemi coinvolti e dei dati in transito.